21. März 2017
18:15 Uhr
Ort: Universität Basel, Kollegiengebäude, Hörsaal 115 Dr. Simone Marino (Soprintendenza Archeologia della Calabria)
Dr. Alessandro D’Alessio (Soprintendenza Speciale per il Colosseo)
Sibari arcaica — I nuovi straordinari rinvenimenti nell’area di Parco del Cavallo
A Sibari, nell’area archeologica di “Parco del Cavallo”, i lavori recentemente condotti dalla ex Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e dalla Soprintendenza Archeologia della Calabria per la realizzazione del nuovo sistema di emungimento dell’acqua di falda (c.d. Trincee Drenanti), hanno consentito, grazie allo scavo di una serie di saggi di limitata estensione, di acquisire una notevole quantità di dati e nuove conoscenze sul palinsesto archeologico del sito: quello delle tre città sovrapposte e compenetrate di Sybaris arcaica, Thurii classica ed ellenistica e Copia romana. Fra i ritrovamenti più importanti e significativi effettuati vi sono certamente i numerosi resti di strutture murarie e stratigrafie attribuibili alla prima colonia achea – e che consentono di avanzare nuove ipotesi sull’assetto del relativo impianto urbano – e una grandissima quantità di terrecotte architettoniche, sia frammentarie che intere, attribuibili al sistema di copertura (tetto) di un edificio verosimilmente di culto di Sybaris. Tutti gli elementi rimandano da presso ad altre produzioni di ambito acheo-coloniale, di pieno VI secolo a.C. o più antiche (Crotone, Poseidonia, ecc., ma anche Olimpia e Delfi), aprendo di fatto a nuove e inaspettate prospettive di ricerca, sia a livello locale-regionale che in relazione alla più vasta scala dei rapporti e delle interazioni politiche e culturali tra le poleis italiote, e di queste con la Grecia continentale. Appartenenti alla copertura e decorazione di un grande edificio con ogni probabilità di culto di Sybaris, le terrecotte rinvenute vengono così ad accrescere in maniera esponenziale il patrimonio di conoscenza sull’architettura di età arcaica e i suoi processi formativi non solo a Sibari, ma in tutta la Magna Grecia.